Accessibilità: Museo Tattile Varese

Oggi inauguriamo all’interno del nostro Blog una nuova rubrica, in cui vi segnaleremo quei luoghi della cultura, che si impegnano costantemente per il superamento delle barriere architettoniche, cognitive e sensoriali.

Iniziamo il nostro viaggio con il Museo Tattile Varese che ha fatto proprio dell’Accessibilità la sua bandiera, non solo creando all’interno dello spazio museale esperienze indirizzate alle persone con disabilità, ma comunicando costantemente con il pubblico esterno, attraverso l’utilizzo dei canali social, le proprie attività, raccontandole attraverso l’uso di parole, immagini e video, per riuscire a raggiungere il pubblico più vasto possibile e coinvolgerlo nella vita del Museo.

Per farlo abbiamo pensato di intervistare la responsabile Livia Claudia Cornaggia, una mia cara amica e che oltretutto si chiama proprio come la mia bimba più piccola, quando ci siamo conosciute abbiamo entrambe pensato, è il destino che ci ha fatto incontrare, insieme faremo grandi cose!

Allora Livia raccontaci un pochino di storia di questa fantastico Museo, da dove è nata l’idea di un Museo in cui la parola d’ordine è “TOCCARE”:

Siamo partiti dai modelli per l’architettura e dalla convinzione che questi potessero (e quasi dovessero) avere una funzione esplicativa e ‘didattica’ che travalicasse il loro ruolo ‘naturale’. Abbiamo quindi iniziato a studiare il tema dei modelli tattili e tutto quello che concerneva le possibili modalità per raccontare l’arte, l’architettura e l’archeologia in forma tattile ed alla fine siamo arrivati al progetto del Museo Tattile Varese che ospita appunto esclusivamente modelli tattili in legno.

“Accessibilità”, attualmente trovo che sia una parola di cui si abusa, secondo te cosa vuol dire “luogo accessibile”? Io confesso che alla parola assegno un significato molto più ampio, per me accessibile vuole dire “un luogo all’interno del quale tutti, ma proprio tutti, possono divertirsi ed imparare attraverso le proprie abilità”.

Ivana, finalmente qualcuno che lo dice, brava!! Accessibilità ormai è un termine non solo abusato, ma che a mio parere si utilizza per ‘lavarsi la coscienza’ rispetto ad un sacco di ‘barriere’ culturali che continuano ad esistere. Io la penso esattamente come te, il concetto di accessibilità deve essere inteso in senso molto più ampio di quanto non si faccia comunemente. Accessibile per me è ad esempio un museo a misura di tutti, semplice, capace di creare coinvolgimento, emozione e divertimento anche in chi non ha nessuna preparazione preliminare, anche in chi non conosce minimamente prima la materia che il museo tratta. Il caso del nostro museo in questo senso secondo me è esemplare: nasce per chi non vede, ma viene visitato soprattutto da chi vede. Perché? Ma perché la semplificazione necessaria a comunicare il mondo dell’arte a chi non vede è straordinariamente efficace e coinvolgente per tutti.

Cambieresti, miglioreresti qualcosa all’interno del tuo Museo?

Migliorerei tutto!!! ;-) Scherzi a parte per noi il vero problema – essendo un piccolo museo privato – è il reperimento di fondi. La maggior disponibilità di fondi ci permetterebbe di crescere più velocemente in termini di numero di modelli e soprattutto di comunicare noi stessi ad un pubblico più ampio. Disporre di più fondi ci permetterebbero poi di dar vita ad un maggior numero di corsi di formazione, seminari, momenti di incontro, tutte cose fondamentali secondo noi per allargare e rendere sempre più forti le relazioni e le reciprocità tra persone che si muovono nell’ambito della cultura e soprattutto della divulgazione della cultura attraverso canali ‘particolari’. Quindi per risponderti con una battuta direi: migliorerei il nostro museo facendolo crescere e ‘aprendolo’ sempre di più!

Cosa pensi che sia necessario che un Museo abbia sempre, per potersi definire un “luogo della cultura accessibile”, al di là naturalmente di quelle che sono le disposizioni di legge.

La buona volontà e la fantasia, la creatività. Non sto scherzando! E’ vero che – come dicevo un attimo fa – disporre  di mezzi economici è ovviamente fondamentale per crescere (e dunque anche per essere sempre più aperti a tutti e accessibili), ma è anche vero che là dove non ci sono i fondi, deve arrivare la creatività, l’invenzione di ‘piani b’. Ti faccio un esempio: la pittura si può trasporre in forma tattile per renderla accessibile a chi non vede. Ma se non si dispone di mezzi per seguire questa strada, c’è una alternativa fantastica che è quella della narrazione, della descrizione verbale delle cose. Se io ti racconto un quadro perché tu non lo puoi vedere, è possibile che il mio racconto – se è appassionato ed esaustivo – ‘funzioni’ anche per chi ci vede, ma magari non ha le conoscenze preliminari per capire l’opera. Insomma, l’accessibilità deve essere un concetto trasversale che cammina di paripasso con la semplificazione, con la divulgazione facile (e possibilmente divertente) della bellezza e della storia.

 

Grazie per il tuo tempo.

 

Note:

L’idea di questa articolo è nata per poter aderire all’iniziativa #quotidianoaccessibile lanciata per il mese di luglio dal blog mammahalerotelle, dove Sofia parla, cito testualmente, “senza paura e senza veli del mondo della disabilità e del modo in cui noi mamme superiamo anche questo ostacolo”. E come accade spesso, si è trasformata in una vera e propria rubrica, dove si parlerà di “accessibilità alla cultura” a trecentosessanta gradi.

Ringrazio Sofia fonte per me di continua ispirazione.

 

Tag: Cultura, Accessibile, Museo

25 pensieri su “Accessibilità: Museo Tattile Varese

  1. deborah dice:

    Che meraviglia, io adoro i musei e tutto quello che li rappresenta, bellismo articolo complimenti, l’ho letto tutto ponendomi le stesse domande, per il museo della mia città, da me purtroppo nell’ultimo periodo è poco frequentato, è un vero peccato.

  2. Raffi dice:

    Molto interessante questa intervista e condivido tutto. Accessibilità è un termine che deve includere tutti, ognuno con le proprie abilità. Ma non solo. E’ anche condivisione delle esperienze, come ad esempio fruire di un museo tattile con il solo senso del tatto, così come lo farebbe un non vedente.

  3. anna di dice:

    Avevo sentito parlare di questo museo tattile, ma non l’ho mai visto ma mi piacerebbe tanto. Secondo me toccare è vedere con nuovi occhi,, va oltre quello che c’è! Complimenti alla tua amica Livia, condivido con lei il fatto che oggi si parli tanto di accessibilità in modo a volte “pubblicitario”, ma questo museo invece fa dell’accessibilità qualcosa che va oltre, è l’accessibilità alla bellezza, spiegata, toccata e vissuta da chiunque.

  4. Simona dice:

    Ciao Ivana non conoscevo questo Museo, grazie infinite per la dritta. Condivido il pensiero che la parola accessibile, così come tante altre parole, oggi sia abusata, bisognerebbe restituire valore a tante cose, anche all’accessibilità.

  5. Federica dice:

    Ho gradito tanto l’inziativa quotidianoaccessibile promosso da Sofia, e questo tuo articolo mi piace molto e condivido l’idea che “accessibile” non riguardi solo accessibilità fisiche ma anche di altro tipo. E i musei dovrebbero si essere i promotori di questo nuovo modo di vedere. Grazie

  6. sheila dice:

    mi hai fatto sorridere i l cuore perché sono nata e vissuta a varese per 23 anni e non ci torno da un po’. deve essere fantastico questo museo, lo suggerirò ai miei che abitano ancora lì

  7. Sara dice:

    purtroppo non mi piacciono i musei, mai piaciuti fin da piccola, ma ho adorato le immagini di questo post. Adoro l’architettura e mi piace vedere come realizzano le cose in scala e i progettini!

  8. Serena, FaccioComeMiPare.com dice:

    BELLISSIMO! Ma sai che anche qui ci tengono molto all’interazione tra pubblico e oggetti/storia? Non ti fanno toccare le opere d’arte ma hanno decine di installazioni per spiegare questo o quello. Deliziose per bambini e grandi.

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